Celsius 1063: La valorizzazione di un semplice metallo..

Il Laboratorio Orafo CELSIUS 1063 nasce a Milano nel 1994 ed il suo nome si ispira ad una delle attività che è alla base della produzione di gioielli, cioè la lavorazione dell’oro: 1063°C è infatti la temperatura di fusione dell’oro puro.

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Il titolare, Antonio Casabona, è specializzato in Arte Orafa e la sua passione per questo mestiere nasce da un’innata capacità creativa e attitudine al disegno, affiancate ad un’abile manualità e cura del particolare. Antonio disegna e realizza personalmente tutti i gioielli prodotti nel suo laboratorio, che si distinguono per il design raffinato, elegante ed esclusivo. Utilizzando le tecniche di lavorazione della tradizione orafa italiana realizza prevalentemente pezzi unici, gioielli originali e non convenzionali.

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Il suo progetto GARD (Gioielli Artigianali Realizzati su Disegno) rappresenta pienamente il senso della sua attività: partire da un’ispirazione, una sensazione, un disegno e trasformarli in un prezioso oggetto da indossare (www.desiderarte.it). Si tratta di un progetto nato dal desiderio di valorizzare questi gioielli unici e gli artigiani d’eccellenza capaci di produrli. È in cantiere la creazione di una rete di imprese “eccellenti” per sviluppare il progetto su tutto il territorio italiano.

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Nel 2007, Antonio Casabona ha ottenuto il Riconoscimento d’Eccellenza della Regione Lombardia per l’artigianato orafo artistico.

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Chorus Design Group: Design e oggetti visionari…

In un contesto creativo dedicato al rapporto tra design e artigianato, ChorusDesignGroup partecipa all’evento FuoriSaloneSavona52, organizzato dal CNA, la Casa delle imprese Artigiane di Milano – Monza Brianza, con la seduta per esterni Paolo.a. Oggetto visionario, portavoce d’istanze avvertite come attuali dal gruppo, da sempre vicino alla tematica della sostenibilità intesa in senso lato – sostenibilità urbana, ecologica, sociale – Paolo.a si integra naturalmente nell’iniziativa del CNA, mossa a promuovere il design inteso come “Evoluzione dell’artigianato nella contemporaneità, finalizzato a dare spazio a quel lavoro artigiano che, insieme all’innovazione e alla tecnologia, ha radici nella tradizione, ma si apre alle sfide estetiche del futuro”.

Realizzata in DuPont™ Corian® e acciaio inox nel 2006 da Andreoli Srl., storica azienda di Milano specializzata nella lavorazione di DuPontTM Corian®, Paolo.a é una seduta per esterni con luce incorporata,nata dalla ricerca del CDG sul tema della Stanza Urbana.

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La Stanza Urbana, definizione inedita con cui il gruppo indica il contenitore tematico d’indagine degli scenari socio-urbani e degli spazi metropolitani, é uno spazio meta-progettuale di osservazione della città, teatro delle azioni quotidiane, crocevia di flussi. E’ il luogo in cui riappropriarsi degli spazi esterni. Perché Paolo.a? Perché Paolo e Paola siamo tutti noi, espressione di una socialità sempre più confinata negli ambiti dello spazio privato, anziché vissuta nella dimensione urbana. E’ un oggetto che denuncia un disagio comune, proponendo un cambiamento, un’apertura, un’inversione di tendenza.

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La panca Paolo.a esordisce alla IX° edizione del Salone Satellite (Aprile 2006) e viene selezionata da Matteo Ragni, art director per la mostra I have a dream organizzata da Andreoli nel 2007. Successivamente riscuote sempre più consensi partecipando a svariate manifestazioni del settore design e outdoor: SUNLAB2008, concorso internazionale di arredi outdoor, rivolto ai giovani designer emergenti under 35 con esposizione alla fiera SUN a Rimini, Fuori Salone Designerblocks (2008), OUTentico 2009 e Kontaminazione (2010) con un’installazione audio-video e nel 2011 viene scelta dal marchio spagnolo MANGO come oggetto immagine per l’allestimento della vetrina durante la settimana del design milanese nel Flagshipstore appena inaugurato in corso Vittorio Emanuele 24-28.

Myver di Pietro Viero: I vetri, una passione…

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Designer: Matteo zorzenoni
Artigiano: Pietro viero (myver)

Wire nasce dalla volontà esplicita di valorizzare la grande qualità del lavoro artigianale. Il designer Matteo Zorzenoni dopo alcuni incontri con Piero Viero è rimasto colpito dalla sua grande abilità manuale. E da qui è partito per progettare Wire, concentrando la propria attenzione su elementi di decoro nella lavorazione del vetro: i tondini, cilindri di vetro che spesso Viero usa per abbellire i propri prodotti dopo averli soffiati.

L’intenzione del designer è di trasformare i tondini in un elemento strutturale del progetto per la realizzazione di oggetti tridimensionali di forme diverse.

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Il risultato è una collezione di complementi d’arredo che ricorda una griglia architettonica trasparente in grado di offrire una grande leggerezza. I tondini che singolarmente risulterebbero fragili, una volta saldati, diventano tralicci resistenti che possono creare molteplici prodotti. Per realizzare queste architetture di vetro è necessaria una grande abilità manuale, perché i singoli pezzi di vetro vanno saldati a mano uno per uno. Abilità che sarebbe impossibile riprodurre con la stessa qualità a livello industriale. Il ruolo di Viero è stato fondamentale, infatti solo grazie alla sua capacità e alla decennale esperienza si potevano ottenere lavorazioni così complesse.

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Il progetto è stato selezionato e presentato al MACEF 2011, selezionato dalla rivista «Interni» per il numero speciale sul Salone del Mobile nella sezione realizzazioni in vetro.

 

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Designer: Merel Karhof
Artigiano: Pietro Viero (Myver)

Da settembre 2009 le lampade a incandescenza sono fuori mercato. E con loro anche la possibilità di disporre di luci colorate. Con molta nostalgia per un passato ormai archiviato, la designer Merel Karhof ha ideato delle lampade in pyrex esaltando la trasparenza e il colore di questo materiale. L’intento è di coprire la plastica delle lampade a basso consumo e fare emergere la bellezza della luce attraverso il vetro. Anche il filo elettrico è stato ricoperto da un intrecciato di seta che nei colori si sposa perfettamente con quelli della lampada.

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Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’artigiano del vetro, Pietro Viero, che ha realizzato con la tecnica della soffiatura i due elementi (lo stelo e l’applique) che compongono la lampada e che si incastrano l’uno sull’altro, senza giunture o saldature. Proprio al lavoro comune tra la designer e l’artigiano si deve la scelta del colore finale della lampada: il blu. Infatti, dopo numerose prove fatte soffiando colori scuri si è notato come il blu fosse allo stesso tempo coprente e uniforme per nascondere il bulbo della lampada a basso consumo.

 

 

 

 

 

La Veneta: rame e legno laccato per dare vita a nuove forme

Conica
Designer Giorgio Biscaro
Artigiano: La Veneta di Remigio Scapin

 

Conicità differenti, piani disassati, raccordi morbidi e angoli acuti caratterizzano la nuova collezione di tavolini Conica.

Due tronchi di cono opposti e disassati tra loro creano una forma che muta a seconda del punto di vista da cui la si osserva; l’utilizzo di due cromie e un interessante contrasto di materiali e finiture ne fa risaltare le superfici finemente lavorate del rame e del legno laccato.

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Fonderia Dal Bianco: Ghisa e design innovativo

Sable
Designer: Giorgio Biscaro
Artigiano: Fonderia Dal Bianco

Sable è una lampada che si auto-dichiara: il suo peso la rende molto fisica e, contemporaneamente, i diversi elementi hanno forme contrastanti, in modo che le varie parti e funzioni siano chiaramente evidenziate. Concependo l’aspetto visuale della lampada ho pensato alle bitte utilizzate per ancorare le imbarcazioni: la testa deve essere più grande, e visivamente più forte per far sì che i marinai la afferrino facilmente, e il fusto è perfettamente dritto, perché le cime devono scivolarvi intorno. Allo stesso modo, ho cercato di separare semanticamente il diffusore dal resto della lampada, per sottolineare la sua importanza funzionale. La fonderia Dal Bianco ha affrontato una grande sfida, perché il lungo canale necessario al passaggio del cavo non era facile da ottenere, ma è riuscita a creare un’anima speciale, mentre La Veneta ha prodotto un bellissimo modello a controllo numerico, utilizzato per ricavare lo stampo in sabbia. L’artigianato salva il design, un’altra volta.

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Torcia
Designer: Zaven
Artigiano: Fonderia Dal Bianco

Dalla forma decisa e grezza, Torcia è una lampada a olio nata da una fusione in ghisa. Affascinati da questa tecnica, abbiamo voluto sfruttare la possibilità di realizzare dei pezzi che riconducessero ad una forma iconica, che ricordassero gli attrezzi da palestra, decontestualizzandoli e portandoli in tavola.

Il progetto è stato presentato all’esibizione Edition of 6 a Ventura Lambrate 2011 durante la Milano Design Week.

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Carbu: Innovazione e Design…

Nodo
Designer: Zaven
Artigiano: Carbu snc

Nodo è un candelabro modulare. Grazie al movimento dei suoi bracci indipendenti, Nodo può contenere molte candele e variare dinamicamente la forma della luce prodotta.

Il progetto è stato presentato all’esibizione Edition of 6 a Ventura Lambrate 2011 durante la Milano Design Week.

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Designer: Pedrita Studio
Artigiano: Carbu snc e Sartori Marmi

Pedrita, Sartori Marmi e Carbu si uniscono per creare “T”, un tavolino  che ricorda un ombrellino orientale di carta leggera portato via dal vento;  ma questo non volerà da nessuna parte essendo ben saldo a terra grazie alla base in marmo.

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Arduino Zappaterra ed Eugenio Lovato: Anelli in movimento…

Nome prodotto: PIVOT
Designer: Bethan Laura Wood

Il progetto nasce dall’osservazione del processo di taglio al laser presso il laboratorio di Eugenio Lovato. La semplicità e la facilità di questo metodo di taglio hanno spinto la designer Bethan Laura Wood a elaborare una collezione di anelli caratterizzati da forme grafiche pulite e da semplici meccanismi. Le caratteristiche costruttive degli anelli, che prevedono una sovrapposizione di diversi livelli di lastre tagliate al laser tenute insieme da un perno centrale (pivot), permettono di poter utilizzare questi oggetti in modalità diverse.

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Se si tengono i diversi livelli perfettamente sovrapposti si ottiene un anello, se invece si sfogliano si ottengono forme che si avvicinano a quelle di un petalo di un fiore. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’artigiano Arduino Zappaterra che ha avuto un ruolo importante per la costruzione degli anelli partendo dai diversi pezzi tagliati al laser.

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Sergio Paolin e Matteo Cibic: il ri-cuoio

Il designer Matteo Cibic è partito, per questo progetto, dal materiale: il ri-cuoio, il cuoio riciclato e pressato, brevettato da Sergio Paolin di Arbos. Sulla base di questo materiale, il designer ha deciso di sviluppare una collezione di oggetti da viaggio ispirati al mondo aereonautico militare russo degli anni settanta.

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La razionalità cui questi prodotti rimandano non è solo una questione estetica, il progetto è pensato per ridurre al minimo il numero delle lavorazioni e tagliare il cuoio con un unico stampo.
Il dettaglio della verniciatura superficiale serve a creare un disturbo visivo e a nascondere  eventuali deterioramenti dovuti all’uso intensivo del materiale.

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La realizzazione della collezione ha richiesto una stretta collaborazione  tra il designer e l’artigiano. Per arrivare a un prodotto classico, ma contemporaneo con una chiusura a elastico, e le giuste proporzioni e dimensionamenti, Sergio Paolin ha realizzato molti prototipi fino a trovare il giusto equilibrio di forma.

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L’augurio di Matteo Cibic e di Sergio Paolin è di vedere presto la cartellina sottobraccio a un businessman nella City di Londra.

Antonio Bonaldi e le collaborazioni con diversi designer danno vita a ceramiche innovative…

Nome del prodotto: PILA
Designer: Zaven

Il progetto nasce dalla fascinazione per le eterogenee pile di libri, dischi e riviste che, senza quasi rendercene conto, si formano sui tavoli. I designer Zaven sono sempre rimasti colpiti dall’equilibrio incerto e fragile di queste strutture. All’inizio i designer pensavano di utilizzare queste pile per progettare un’alzata o degli oggetti per la tavola, ma poi parlandone questa soluzione non li aveva convinti perché non riusciva a dare l’idea di movimento che volevano trasmettere. Osservando da vicino il maestro ceramista Antonio Bonaldi e il suo lavoro al tornio hanno deciso di disegnare dei vasi.

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Hanno tentato di ricreare il fragile equilibrio delle pile sovrapponendo eccentricamente dischi di argilla dalla finitura e dalle dimensioni diverse, componendo forme che sembrano descritte dal movimento del tornio stesso. Il risultato sono vasi che ricreano l’effetto di dinamismo e di instabilità tipiche delle pile, sia pure attraverso un materiale solido come la ceramica. Ogni cilindro che compone Pila è stato lavorato con una finitura differente per esaltarne la diversità. Gli Zaven e Bonaldi si sono divertiti assieme nell’utilizzare tutti gli strumenti disponibili in bottega (chiodi, viti, spugne, spazzole, spatole ecc.) per definire delle texture innovative sul materiale.

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I vasi hanno ottenuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Sono stati presentati a 100% Design a Londra, al Salone del Mobile 2011 all’interno della mostra «D+A»; sono stati premiati al MACEF 2011 ed esposti nella galleria Browning di Asolo. I designer e l’artigiano hanno deciso di portare avanti il progetto e di passare dal prototipo alla realizzazione di tirature limitate per la vendita.

Nome del prodotto: THROWN POTTERY
Designer: Lucia Massari

La tecnica del tornio in lingua inglese viene chiamata thrown pottery ovvero ceramica lanciata, dal momento in cui una palla di creta viene letteralmente lanciata sul disco che ruota su un perno osso dai piedi del vasaio. Proprio su questa idea del lancio di un materiale tanto malleabile ed elastico come la ceramica non ancora cotta, la designer Lucia Massari ha iniziato a elaborare il proprio progetto. In collaborazione con l’artigiano Antonio Bonaldi, ha deciso di dare vita a una collezione di vasi in argilla nera “lanciati” perpendicolarmente da diverse altezze, da 10 centimetri fino ad arrivare a 1 metro. L’obiettivo del lavoro era produrre delle forme innovative dettate non dalla matita del designer, ma dalla forza di un fattore esterno, in questo caso la gravità. La conoscenza approfondita di Antonio Bonaldi della materia prima e dei processi di lavorazione ha reso possibile il progetto. Da questo punto di vista, fondamentale è stata la scelta di una ceramica sufficientemente elastica da sostenere le deformazioni dovute alla caduta.

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Nome del prodotto: REGALINE
Designer: Crea 87

È un oggetto fatto come le ceramiche “serie” di una volta – spiega Stefano Bertoncello, uno dei creatori – e quindi in estinzione. Ogni gallina è creata singolarmente in modo artigianale: Antonio Bonaldi le tira su al tornio, io e Antonio Visentin le chiudiamo e aggiungiamo la cresta, poi aspettiamo che si asciughino e le mettiamo in forno. Una volta cotte vengono maiolicate e poi tutti e tre le decoriamo. Ogni gallina, quindi, è un pezzo unico. Del resto le galline sono una diversa dall’altra».

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LA CREAZIONE. Il singolare prodotto nasce non da un’azienda esistente, ma dall’incontro di tre appassionati, che hanno creduto nel nuovo progetto, fondando nel Bassanese Crea87. «Abbiamo ripreso il boccale (caraffa) per servire il vino, che sta scomparendo, rendendolo però artistico per dare valore alla ceramica e sta andando bene, anche in un momento di crisi per il settore della ceramica».

Lideo: l’ambiente deve rispecchiare chi lo vive…

L’azienda LideoArreda è stata fondata dai nostri genitori negli anni ’70 e i tre figli che ne sono entrati a far parte dopo aver completato gli studi, l’hanno rilevata nel 2010.

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L’attività è iniziata in modo molto naturale quasi per gioco poiché i nostri genitori ci coinvolgevano fin da piccoli spiegandoci il perché dei colori e i profumi dei legni e tanti particolari che fanno parte di questo mestiere.

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LideoArreda si occupa in prevalenza di arredamento per interni, ma può soddisfare l’arredamento anche  per uffici o per esterni.

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Il pezzo forte di questa azienda è la personalizzazione del prodotto realizzato nei  diversi materiali presenti sul mercato con le lavorazioni più adatte alla sua valorizzazione, mentre il nostro modus operandi mette al primo posto la soddisfazione del cliente, applicando tutte le risorse necessarie al fine dell’ottenimento.

Quello che noi vogliamo comunicare è che L’ambiente deve rispecchiare l’anima di chi lo vive.

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Se parliamo di commercio e visibilità all’estero, l’ azienda ha già lavorato con Svizzera, Francia e Germania, ma nell’ottica di internazionalizzazione è aperta a diversi mercati.

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Ciò che ci auguriamo partecipando a questo evento è quello di avere maggiore visibilità in un contesto comune a diverse categorie.